I bluff. A volte un coniuge, in uno dei disperati tentativi per spingerlo a smettere di bere minaccia l’alcolista di lasciarlo. Può essere una strategia utile, ma attenzione: non fate mai dei bluff. Non minacciate mai di fare cose che sapete di non poter mantenere. Se decidete quindi di mettere l’alcolista di fronte ad un aut aut dovete poi mettere in atto le minacce altrimenti il gioco verrà presto scoperto e avrete bruciato un'altra possibilità, restando ancor di più prigionieri della sua parte malata.
I sensi di colpa. Spesso si è portati a pensare: "non vado via perché non posso lasciarlo in queste condizioni", "se lo lascio cosa farà?", "Se lo lascio mi sento cattivo, sarei una carogna a lasciare una persona in queste condizioni". Pensare e dire questo non serve a nient’altro che a restare bloccati in una situazione che non fa bene a nessuno dei due: sicuramente non all'alcolista perché la vostra presenza diventa solo una copertura del suo comportamento malato e gli procura una coperta calda all'interno della quale continuerà ad imbozzolarsi e a proseguire nella sua autodistruzione. Diventereste così, senza volerlo, una fonte di eutanasia, potreste solo accompagnarlo a morire.

Può anche darsi che non ci sia nient'altro da fare, e allora si potrà solo accompagnare il malato verso l’inevitabile degrado e, in molti casi purtroppo, verso la morte. Ma se pensate che questa persona possa avere qualche possibilità è importante aiutarlo a far emergere gli stimoli necessari per tentare di uscirne. Tutto questo non potrà però avvenire finché avrà intorno una situazione che lo protegge troppo e che gli impedisce di sperimentare le conseguenze del suo comportamento malato.
Nessuno mai decide di fare dei cambiamenti nella sua vita finché non riconosce che qualcosa gli crea dei danni e che non è più disposto a tollerarli.
Troppi discorsi non servono, le parole sono efficaci solo quando sono seguite dai fatti.