“Questa non me la bevo”

Incontro con Michele Sforza su adolescenza, dialogo, dipendenze

Bergamo 23 maggio 2014


Dottor Davide Pagnoncelli

Un’iniziativa ammirevole nata in una scuola. I genitori, gli alunni e la dirigenza dell’Istituto Sant’Alessandro di Bergamo hanno sentito l’esigenza di riunirsi, di “fare squadra” per discutere insieme su una serie di problematiche che colpiscono sempre più duramente il mondo giovanile, penalizzando non solo i giovani, ma anche le loro famiglie, gli insegnanti e l’intera società.

La richiesta dei promotori è stata accolta con entusiasmo dai dirigenti (dal preside prof. Lucio Sisana, dal rettore don Luciano Manenti, dal responsabile dei servizi psicologici della scuola dr. Davide Pagnoncelli) e dal relatore della serata dr Michele Sforza Direttore del CeSTeP (Centro per lo Studio e la Terapia delle Psicopatologie, www.cestep.it).

Preside prof. Lucio Sisana
Preside prof. Lucio Sisana

Durante l’incontro sono state affrontate varie tematiche con un’attenzione particolare sui temi dell’abuso e della dipendenza da alcol e da altre sostanze o comportamenti (gioco d’azzardo).


don Luciano Manenti

Inevitabilmente si è parlato anche di come gli aspetti culturali, nei quali siamo immersi, finiscono per condizionare non solo i giovani ma anche e, soprattutto, gli adulti che verso i giovani   hanno delle importanti responsabilità formative. Aspetti culturali che tutti noi contribuiamo a costruire e che vengono influenzati dagli attuali cambiamenti epocali dei mezzi di comunicazione e dei criteri su cui poggia l’intera vita sociale.

Chi deve promuovere i cambiamenti? Come gestire le grandi mutazioni sociali e culturali dei nostri tempi? Quali sono i ruoli dei genitori, degli insegnanti, dei curanti? E chi aiuterà tutte queste fondamentali componenti nei loro compiti sociali, affettivi e formativi irrinunciabili?

Il tempo, sempre tiranno, non ha naturalmente permesso di continuare a dibattere su questi temi. E per la verità, fosse anche bastato il tempo, la vastità della discussione avrebbe reso difficile esaurire gli argomenti.

Di certo l’interesse e la partecipazione non sono mancati e questo fa ben sperare per la determinazione a continuare l’opera di approfondimento iniziata con tanto entusiasmo.