Quali sono le terapie per curare la depressione?

La Depressione è una patologia che genera importanti sofferenze a chi ne è affetto, ma è nella maggior parte dei casi curabile in maniera efficace e completa, tanto più se si opera:

  • Una diagnosi precoce
  • Una terapia farmacologica adeguata rispetto alla specifica Depressione e alla specifica persona
  • Una buona relazione medico-paziente, che consenta ascolto, fiducia e dialogo nel tempo
  • In alcuni casi specifici un trattamento psicoterapeutico

Dal punto di vista farmacologico lo psichiatra ha a disposizione diversi principi attivi, che devono essere utilizzati con perizia e scrupolosità, sia nella scelta del composto, che nel suo dosaggio o associazione farmacologica, preferendo i farmaci più efficaci e tollerati in funzione del particolare quadro depressivo espresso da quella specifica persona.

Meglio evitare pertanto soluzioni standardizzate, magari corrette secondo le linee guida, ma che rischiano di non essere i provvedimenti più appropriati, se applicati senza un approfondito pensiero clinico soggettivizzato sul paziente.

In generale, come già detto in altri paragrafi, i farmaci antidepressivi svolgono un ruolo di riequilibrio di alcune importanti sostanze coinvolte nel processo patologico della Depressione (Serotonina, Noradrenalina, Dopamina). Essi possono essere divisi in due grandi gruppi:

  • Antidepressivi di I Generazione: Triciclici o Anti-Imao
  • Antidepressivi di II Generazione: SSRI, SNRI, NARI, NASSA

Attualmente i farmaci antidepressivi più prescritti sono quelli di II Generazione, che complessivamente combinano una significativa efficacia ad una buona tollerabilità e maneggevolezza (scarsa tossicità anche a dosaggi superiori alla dose terapeutica).
Essi agiscono selettivamente, diminuendo il riassorbimento della serotonina (alcuni anche di noradrenalina e dopamina) da parte dei sistemi atti alla loro metabolizzazione e aumentandone di conseguenza i quantitativi disponibili, con l’obiettivo di ricreare un equilibrio biochimico, che rigeneri lo stato di salute.

Gli effetti collaterali che si possono presentare sono rappresentati da nausea, cefalea, insonnia e disfunzioni sessuali (es, ritardo nell’eiaculazione o anorgasmia) e si risolvono frequentemente col passare del tempo o comunque con la sospensione dell’assunzione.

Una volta ottenuto l’effetto curativo il trattamento deve essere comunque prolungato per almeno 6-12 mesi, al fine di ridurre il rischio di ricadute. Il monitoraggio e la sospensione della terapia farmacologica fa parte del lavoro condiviso fra paziente e terapeuta.

In alcune condizioni depressive particolari o su alcune persone in particolare, risultano ancora utili e più efficaci i farmaci di I Generazione (soprattutto i triciclici), che, contrariamente a quanto sta avvenendo, dovrebbero essere salvaguardati dalle case farmaceutiche e dalla politica sanitaria, nonostante la loro oramai scarsa redditività.

Inoltre, in caso di Depressioni Resistenti, può essere utile associare diversi farmaci antidepressivi: sarà la competenza e la sensibilità dello psichiatra esperto a suggerire in queste situazioni le scelte e i monitoraggi necessari.

Anche le Psicoterapie, nelle loro varie forme (psicodinamica, cognitivo-comportamentale, interpersonale, ecc.) o i trattamenti centrati sul corpo (Mindfullness, EMDR, ecc) possono garantire un efficace apporto di fattori curativi, che ben si integrano e associano a quelli garantiti dal trattamento farmacologico.

Un trattamento innovativo in Italia (non così per gli USA dove è validato e utilizzato da molti anni) per la Depressione farmacoresistente è l’utilizzo della Stimolazione Magnetica Transcranica (TMS).

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